martedì 20 agosto 2019

Scrivila, la guerra: spettacolo teatrale alle Celebrazioni del 75° anniversario della Liberazione di Pesaro

Lunedì 2 settembre 2019, alle ore 16:30, presso l'anfiteatro all'aperto del Monumento alla Resistenza in piazzale Falcone e Borsellino a Pesaro, nell'ambito delle Celebrazioni del 75° anniversario della Liberazione di Pesaro - organizzate da Biblioteca Archivio Vittorio Bobbato, ISCOP, Circoscrizione Centro in collaborazione con la libreria Le Foglie d'Oro - terrò:


SCRIVILA, LA GUERRA
La guerra vista con lo sguardo di un bambino

Spettacolo di e con Luigi Dal Cin


Un bambino riceve in regalo un quaderno dal papà, tornato vivo dal fronte, che lo invita a scrivere la guerra vissuta durante il suo periodo di assenza: “Tira fuori la guerra, scrivila su questo quaderno. Così non ti resta dentro”. Tratto dal libro ‘Scrivila, la guerra’ (Kite Edizioni), lo spettacolo dell'autore Luigi Dal Cin presenterà la Grande Guerra – ma tramite essa, ogni guerra – dal punto di vista dei più giovani e dei più umili. Per riflettere insieme sugli eventi più drammatici del secolo scorso, sulle inevitabili sofferenze che ogni guerra porta agli ultimi, sul potere salvifico della narrazione.

“Non ho voluto centrare il racconto sugli eventi bellici, vissuti da adulti soldati, ma raccontare le inevitabili quotidiane sofferenze che ogni guerra porta agli ultimi, tra cui i più giovani: nel mio caso il dramma dell’anno della fame vissuto dalla popolazione dei territori occupati dalle truppe austro-ungariche dopo Caporetto. È un argomento che mi è familiare: i miei nonni, veneti, hanno vissuto la Grande Guerra e, nella mia infanzia, me l’hanno raccontata in diversi modi. Per poter però prendere il giusto e veritiero punto di vista di un ragazzo che vive una situazione così drammatica ho raccolto testimonianze scritte, memorie, lettere, diari cui poter fare riferimento: sono preziose testimonianze che hanno ispirato il punto di vista di questo libro”.
Ed ecco allora come germina il punto di vista di ‘Scrivila, la guerra’: un bambino riceve in regalo un quaderno dal papà tornato vivo dal fronte che lo invita a scrivere la guerra vissuta durante il suo periodo di assenza.

Tira fuori la guerra, scrivila su questo quaderno. Così non ti resta dentro”. Mio papà ha detto che anche lui quando era in guerra sul Carso e sul Piave scriveva tutto su un quaderno. Ogni giorno la guerra gli entrava dagli occhi, dalle orecchie, dal naso, dalla bocca, dalla pelle. Per tirarla fuori allora doveva scriverla. Ha detto che altrimenti sarebbe diventato come il povero Bepi che è tornato anche lui dalla guerra ma ora sta sempre seduto fuori al bar e ha gli occhi fissi, spalancati come una finestra. La sua bocca sembra un sorriso, ma la sua testa è piena di guerra che gli è rimasta chiusa dentro. Non parla più.
Scrivi, figliolo! Scrivi quel che ti ha fatto più impressione quando i soldati hanno occupato casa nostra, nell’anno della fame” mi ha comandato. Allora ho scritto tutto su questo quaderno. Mio papà mi ha detto che scrivere sul quaderno lo ha salvato perché lo ha fatto tornare a casa vivo.

“La narrazione diventa così – continua Dal Cin – un susseguirsi di intense scene dove quel bambino racconta in prima persona piccoli emblematici episodi che si snodano tra l’invasione di soldati stranieri affamati e l’annuncio della fine della guerra. Per ottenere l’effetto della scrittura tipica di un ragazzo ho lavorato molto sul linguaggio, sul ritmo, sui toni della narrazione, sulla mancanza di giudizio di chi vive semplicemente le difficoltà del momento presente, non conoscendo nulla di quanto viene deciso in alto dai signori della guerra”.