lunedì 5 gennaio 2015

I Luoghi di Cesare Pavese raccontati ai grandi dai piccoli: Le Parole della Bellezza - Prima Edizione.



Sono le prime ore di un’assolata domenica di fine maggio 2014, eppure c’è uno strano fermento nel paese di Santo Stefano Belbo, in provincia di Cuneo.
Già il pomeriggio del giorno prima, l’ex chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo si era rapidamente stipata di bambini e adulti per lo spettacolo in cui avevo raccontato l’importanza che ha per me la narrazione... ma ora... maestre e professori che gesticolano, genitori e nonni che sorridono orgogliosi, turisti incuriositi che fotografano, il sindaco e gli assessori che sistemano le ultime cose, la navetta con il motore acceso pronta a partire... intorno a loro centinaia di bambini e ragazzi con al collo un cartellino dove si legge: Guida e addosso una maglietta uguale per tutti dove, su sfondo bianco, si leggono una grande M rossa che include una piccola A: Monumenti Aperti.
Eccoli, i più giovani cittadini di Santo Stefano Belbo nel loro grande giorno di festa: per la prima volta saranno proprio loro a condurre gli adulti a visitare i monumenti e i luoghi più importanti del paese natale di Cesare Pavese.
È la festa conclusiva di un percorso che è durato l’intero anno scolastico voluto dal Comune, dalla Fondazione Cesare Pavese, del CEPAM (Centro Pavesiano Museo Casa Natale) e dalle Scuole dell’infanzia, Scuole primarie e Scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo Cesare Pavese che hanno deciso di adottare la manifestazione Monumenti Aperti dell’Associazione Culturale Imago Mundi Onlus.
Abbiamo cominciato a lavorare con gli alunni ad inizio anno scolastico al progetto perseguendo un triplice obiettivo: far sentire la figura e l’opera di Cesare Pavese più vicina alle nuove generazioni; provare, tramite l’entusiasmo dei bambini e dei ragazzi, a coinvolgere sulla figura e l’opera di Pavese anche le loro famiglie; raccontare nel suo ventennale la terribile alluvione del 1994 perché se ne possa mantenere sempre vivo il ricordo.
In tutto questo ho cercato di utilizzare lo strumento più potente, quella facoltà che, a noi adulti, sembrava inalienabile ma che stiamo perdendo e che bambini e ragazzi sentono invece vicinissima: la narrazione.
La narrazione è stata, per questo progetto che abbiamo chiamato Le Parole della Bellezza, lo strumento cardine per mostrare e valorizzare il prezioso patrimonio artistico e culturale di Santo Stefano Belbo, rendendolo in questo modo vicino, godibile ed accattivante anche per bambini e ragazzi.
Sono convinto, infatti, che a bambini e ragazzi interessino prima di tutto narrazioni avvincenti e ben costruite, e che solo l’utilizzo di un convincente story-telling consenta di trasmettere – con un coinvolgimento non solo intellettivo, ma anche emotivo – informazioni storiche, artistiche e culturali.
Ho così inventato un personaggio: il Serpente di Fango, e con lui abbiamo spiegato l’origine e gli effetti dell’alluvione che nel 1994 ha devastato le strade e le case di Santo Stefano Belbo, la biblioteca, i manoscritti di Pavese... abbiamo voluto narrare ciò che era successo perché, come recita l’incipit delle Mille e una Notte: La storia delle genti passate serva da esempio alle generazioni future.
Ma nel contempo, si diceva, gli alunni hanno sperimentato un’inaspettata vicinanza a Cesare ragazzo che, nel Belbo, andava a giocare con l’amico Nuto, hanno sentito lo stesso amore di Pavese per le stesse colline e per lo stesso fiume, perché nati – alunni e scrittore – dalle stesse radici. Come direbbe Pavese: Che cos'è questa valle per una famiglia che viene dal mare, che non sappia niente della luna e dei falò? Bisogna averci fatto le ossa, averla nelle ossa come il vino e la polenta, allora la conosci senza bisogno di parlarne.
E sono sicuro che quei bambini e ragazzi diverranno custodi di quelle colline e di quel fiume, perché una domenica di fine maggio ne hanno saputo raccontare – di fronte a visitatori adulti – non solo la storia ma anche l'anima.
Li potete vedere qui, quei bambini e ragazzi, mentre raccontano la casa natale di Cesare Pavese, la casa-falegnameria del suo grande amico Nuto, la Fondazione Cesare Pavese, il torrente Belbo, la Cappella della Madonna delle Rose...

E ne potete leggere i racconti sul sito www.monumentiaperti.com dove scoprirete come Monumenti Aperti sia una splendida ed efficace modalità di valorizzazione del patrimonio culturale che ha tagliato il traguardo dei diciotto anni di attività, e come per la prima volta, proprio con Santo Stefano Belbo, Monumenti Aperti si uscita dai confini della Sardegna.
Alla fine, la vera motivazione per questa audace impresa è l’amore per la bellezza e per la narrazione: i racconti che abbiamo creato sono un invito a viverle entrambe con intensità e con forza, a fronte di bellezze preconfezionate e narrazioni stereotipate che ci vengono continuamente offerte.